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Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Unisciti al nostro viaggio nello spazio, dove ci portano le esperte dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) con alcuni loro esperimenti di coltivazione di piante oltre i confini del nostro pianeta.

Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Le risorse disponibili nello spazio sono ancora limitate e ci spingono a progettare soluzioni in grado di massimizzare l'efficienza qui sulla Terra. Con norme più restrittive e l'obiettivo di sfruttare le risorse terrestri in modo sempre più sostenibile per il floroviaismo, potremmo beneficiare delle tecnologie sviluppate per la crescita delle piante nello spazio.

Porta la tecnologia spaziale nella tua azienda

Colmare il divario tra spazio e Terra

"Tutto ciò che facciamo nello spazio deve avere un beneficio sulla Terra", dice Caplin. "Le tecnologie sviluppate per le missioni spaziali, come i sistemi di crescita compatti ed efficienti, possono trovare applicazioni sul nostro pianeta, in particolare nelle aree urbane dove lo spazio è limitato. L'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse, tra cui il riciclaggio dell'acqua e l'illuminazione a basso consumo energetico, sono lezioni vitali apprese dal florovivaismo spaziale di cui possono beneficiare direttamente i produttori sul nostro pianeta."

Produzioni che usano le risorse efficientemente

"I progressi nei sistemi di coltivazione delle piante a ciclo chiuso sviluppati per lo spazio potrebbero essere interessanti in ottica terrestre", afferma Paille. A titolo di esempio, menziona come il controllo preciso della gestione termica, dell'acqua, della luce e dell’applicazione di elementi nutritivi potrebbe portare a metodi di coltivazione che usino le risorse in modo estremamente efficiente, in grado di ridurre al minimo gli sprechi e massimizzare la resa.

L’Intelligenza Artificiale può cogliere il biosegnale rivelatore che una pianta sta soffrendo di una carenza

Ampliare le nostre conoscenze sulle piante

Anche la nostra conoscenza del comportamento delle piante si sta ampliando grazie alla ricerca spaziale. Per esempio, gli esperimenti hanno mostrato che le piante nello spazio producono alti livelli di antiossidanti, una scoperta che potrebbe ottimizzare il contenuto nutrizionale delle piante coltivate sul nostro pianeta. Paille aggiunge: "Le conoscenze acquisite dagli esperimenti spaziali possono fornire ai produttori i mezzi per ottimizzare i sistemi di produzione e ottenere fioriture più abbondanti, maggiore tolleranza agli stress, un controllo più efficiente dei parassiti, una maggiore efficienza delle risorse e un’aumentata qualità estetica delle piante."

Coltivare un futuro più verde

Le intuizioni di Caplin e Paille nella coltivazione di piante nello spazio offrono uno sguardo sul potenziale della coltivazioine di piante ornamentali oltre la Terra. Mentre continuiamo a spingere i confini dell'esplorazione, i metodi di coltivazione e le tecnologie che vengono sviluppate per il florovivaismo spaziale dovrebbero ispirarci, in quanto mirano ad essere il più efficienti possibile in termini di risorse. Davanti a noi si aprono scenari emozionanti, che saranno caratterizzati da nuove scoperte e innovazioni rivoluzionarie che trasformeranno la produzione di piante nello spazio e sulla terra.

A proposito di Nicol Caplin

Dall’inaspettata resilienza delle piante contro le radiazioni spaziali ai pionieristici progressi tecnologici che creano un collegamento tra florovivaismo spaziale e terrestre; questo articolo esplora il modo in cui le piante svolgono un ruolo fondamentale nel futuro dell'esplorazione spaziale

I confini dell’esplorazione dello spazio sono in continua espansione e fare ricerca per realizzare missioni con equipaggio oltre il nostro pianeta presenta sfide assolutamente uniche. Christel Paille, Environmental Control & Life Support Engineer presso l'Agenzia spaziale europea (ESA), è in prima linea in questa ricerca.

A proposito di Christel Paille

Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Ricerca vegetale ed esperimenti spaziali

L'esperimento GENESISS

L'esperimento GENESISS dell'ESA prevede l’invio di semi di diverse specie di piante alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Qui, sono esposti esposti a livelli di radiazione spaziale più elevati, senza la protezione data dall'atmosfera terrestre. L'esperimento studia gli effetti a lungo termine delle condizioni spaziali sui semi ed è essenziale per le future missioni spaziali, dato che l'autosufficienza sarà cruciale. Caplin: "I semi sono immagazzinati al di fuori del laboratorio ISS originale, il che significa che sono esposti a condizioni di spazio più dure, come più alti livelli di radiazioni e sbalzi di temperatura estremi. Questa esposizione (a lungo termine) ci aiuterà a prepararci per il viaggio nello spazio." Spiega: "Una missione su Marte richiederà almeno un anno per giungervi, e gli equipaggi dovranno essere in grado di sostenersi poiché non saremo in grado di inviare rifornimentni di cibo, come facciamo con l’ISS."

Con l'obiettivo di realizzare missioni umane in territori sconosciuti oltre la Luna, i confini della ricerca, sulla Terra e nello spazio, sono continuamente spinti in avanti.

Testare la crescita delle piante in condizioni di spazio simulato

Studiare la crescita delle piante nello spazio e portare campioni di piante alla ISS è uno sforzo costoso. Ma ci sono alternative più economiche a disposizione, che simulano alcuni aspetti dell’ambiente spaziale. Caplin: "La piattaforma ISS non è l'unico ambito che possiamo usare per le prove. Ad esempio, per gli studi in ambiente isolato, abbiamo una stazione di ricerca in Antartide. Potrebbe sembrare meno complicato dell’ISS ma, per mettere la cosa in prospettiva, diciamo che in inverno è più facile far tornare qualcuno dallo spazio (ISS) che dall'Antartide. Per gli studi a gravità zero (0G), un’opportunità ci viene dai voli parabolici: la 0G si può ottenere anche con aerei tipo quelli di linea fatti entrare in caduta libera. Facciamo questi test sugli effetti di 0G su un dato sistema biologico per esser certi di aver “trovato  qualcosa” prima di inviare campioni sulla ISS."

La superficie della luna, livelli estremi di radiazioni e fluttuazioni delle temperature costituiscono sfide uniche per la vita vegetale.

Copyright: ESA

dalla Luna?

Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Substrati alternativi ... 

Mentre affrontiamo le nostre sfide 'terrestri' con i substrati a base di torba e le varie alternative, l'ESA sta sperimentando alcuni tipi di substrati di coltivazione decisamente inaspettati.

Copyright: ESA

La Dott.ssa Caplin ci illustra un progetto ambizioso ancora nelle sue prime fasi: BioMoon, una struttura pioneristica dell’ESA, tra i cui concetti visionari include anche la coltivazione di piante sulla Luna. Con la sua fonte di energia e l'ambiente termostabile, questa struttura potrebbe potenzialmente essere un trampolino di lancio verso un florovivaismo sostenibile oltre il nostro pianeta. Parte del progetto è quello di indagare se le piante possano essere coltivate in terreno lunare (regolite), riducendo così la necessità di trasportare risorse dalla Terra.

 

Ma non facciamoci ancora troppe aspettative. Anche se il settore florovivaistico sulla Terra è molto concentrato sulla ricerca di substrati di coltivazione alternativi alla torba, il ‘terriccio lunare’ probabilmente non sarà uno di essi. Caplin: "L'anno scorso gli scienziati hanno iniziato a sperimentare la coltivazione di piante nel terreno “scarico” della Luna. Il suolo ha dimostrato di avere sufficienti minerali essenziali disponibili per la crescita delle piante, oltre alle fonti di azoto. Con l'aggiunta di concimi azotati, i semi germinavano e le piante crescevano, ma molto più lentamente che nei substrati terrestri."

 

Quindi per ora restiamo concentrati sullo studio dei substrati alternativi alla torba sulla Terra. Tuttavia, il team di ingegneri dell'ESA sta sperimentando un'altra alternativa: i substrati di coltivazione stampati in 3D. 

La ricerca di tipi di substrati alternativi eco-sostenibili dovuta alle risorse limitate, è un grande esempio di dove sforzi spaziali e terrestri si possano incrociare

Substrati di coltivazione stampati in 3D

La ricerca di tipi di substrati alternativi eco-sostenibili (e miscele di essi), dovuta alle risorse limitate, è un grande esempio di dove sforzi spaziali e terrestri si possano incrociare. Inaspettata fonte di ispirazione è uno dei pionieristici progetti dell'ESA. Paille illustra i recentissimi esperimenti con strutture reticolari stampate in 3D, progettate considerando gli eccezionali vincoli posti dallo spazio. Queste strutture reticolari sono neutre da un punto di vista nutrizionale e permettono una irrigazione ottimizzata. Goccioline e particelle fisiche che potrebbero ostacolare la crescita in un ambiente spaziale non li condizionano e hanno una struttura simile alle fibre cellulosiche. "Il primo esperimento ha confermato la possibilità di usare questo tipo di substrato per la produzione di patate. Con queste condizioni di coltivazione, infatti, sono stati ottenuti nuovi tuberi di patata. Naturalmente, sono necessarie ulteriori ricerche e studi ingegneristici per ottimizzare i raccolti", dice Paille.

Crediti fotografici: Thales Alenia Space Italy e Ciris Norway.

Set up di un test di coltivazione delle patate in un substrato stampato in 3D.

Scopri il regno del florovivaismo spaziale con la Dott.ssa Nicol Caplin, Exploration Scientist e la Ing. Christel Paille, Environmental Control & Life Support Engineer presso l'Agenzia Spaziale Europea.

Dall’impensata resilienza delle piante contro le radiazioni spaziali ai pionieristici progressi tecnologici che colmano il divario tra il florovivaismo spaziale e quello terrestre; questo articolo esplora come le piante svolgano un ruolo vitale nel futuro dell’esplorazione spaziale e come la ricerca dell’ESA possa ampliare i confini della coltivazione sostenibile delle piante sul nostro pianeta.

Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Preparandoci per Marte

Mentre la visionaria idea di fondare colonie sulla Luna o su Marte diventa via via sempre più realtà, la costante ricerca dell'ESA punta a vincere le sfide tecnologiche che stiamo ancora affrontando. Una delle componenti chiave per il successo è che gli equipaggi diventino autosufficienti nella coltivazione del proprio cibo. Il cibo è un fattore chiave per i viaggi spaziali e le piante sono (parte del)la soluzione.

Migliorare l'ambiente di lavoro nello spazio

Parlando di salute e benessere nell'ambiente di lavoro... un astronauta ha fatto notizia nel 2015 bevendo la sua prima tazza di espresso nello spazio. La macchina da caffè sperimentale, soprannominata ISSpresso, è stata ben accolta dagli astronauti per ovvie ragioni. "Ci sono molti esperimenti in ambiente spaziale che hanno l'obiettivo di migliorare la salute e il benessere dei nostri equipaggi", dice Paille.

Guardare avanti

Il futuro della coltivazione di piante nell'ambito delle esplorazioni spaziali è promettente. Paille evidenzia che, in ambito spaziale, in genere ci vogliono circa 15 anni per tradurre un concetto in tecnologia operativa. Dato che le missioni su Marte (e oltre) sono previste per il 2040, le innovative tecnologie di crescita delle piante a cui lei e Caplin stanno contribuendo, giocheranno un ruolo significativo.

Il futuro della coltivazione di piante nell'ambito delle esplorazioni spaziali è promettente.

Coltivare piante nello spazio pone sfide significative. Una di queste è il limitato livello delle nostre conoscenze, in quanto infrastrutture come la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sono in orbita terrestre bassa, e ricevono regolari forniture di beni di consumo, tra cui cibo. "Il nostro obiettivo è sviluppare tecnologie per la produzione di cibo a bordo, riducendo la dipendenza dalle risorse della Terra", dice Paille. "Non è consigliabile viaggiare oltre nello spazio senza disporre di queste nuove tecnologie."

 

Ma la produzione alimentare non è il solo scopo che rende le piante un elemento chiave per l'esplorazione spaziale. Caplin: "Le piante hanno anche un ruolo importante perchè migliorano il benessere psicologico degli astronauti durante le missioni prolungate."

 

Copyright: ESA

Copyright: ESA

Facendo ricerca su piante esposte a radiazioni sulla Terra

Per la Dr.ssa Caplin partire nel mondo dell'esplorazione spaziale è stato un viaggio inaspettato. Con un background in scienze ambientali e una particolare passione per la biologia vegetale, ha avuto un cambio di percorso quando per il suo dottorato di ricerca ha studiato gli effetti delle radiazioni sulle piante negli ecosistemi. Studiando le piante a Chernobyl, in Ucraina, ha scoperto che esse hanno una sorprendente capacità di far fronte alle radiazioni grazie a degli antichi adattamenti evolutivi, risalenti all’era in cui colonizzarono per la prima volta la superficie terrestre, quando i livelli di radioattività erano molto più alti di oggi. Per approfondire, quando apprese che l’ESA aveva ambiziosi studi sulla crescita delle piante nello spazio, riuscì a ottenere dei semi che erano stati inviati alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per la ricerca. Caplin scoprì che, nonostante le dure condizioni di radiazione spaziale e microgravità, le piante erano ancora in grado di germogliare e crescere. Da qui è partito il suo lavoro volto a comprendere l’impatto delle condizioni spaziali sulla crescita delle piante

A proposito di Nicol Caplin

Dall’inaspettata resilienza delle piante contro le radiazioni spaziali ai pionieristici progressi tecnologici che creano un collegamento tra florovivaismo spaziale e terrestre; questo articolo esplora il modo in cui le piante svolgono un ruolo fondamentale nel futuro dell'esplorazione spaziale

A proposito di Christel Paille

Impegnata a superare i confini

In qualità di ingegnera di Controllo Ambientale e Supporto alla Vita, il ruolo di Christel Paille all'ESA è cruciale per l’avanzamento delle tecnologie necessarie alle future missioni di esplorazione umana nello spazio. Il focus della sua ricerca sono le forniture di cibo, acqua e aria agli astronauti in ambienti isolati e ristretti e il suo lavoro mira principalmente a sviluppare tecnologie e sistemi per la produzione e la preparazione del cibo. Paille è da sempre impegnata nel trovare modi per superare i confini della presenza umana nello spazio e questo l'ha portata a concentrarsi sulla ricerca legata alle piante. Le piante sono infatti una componente fondamentale nell'esplorazione spaziale e, in un lontano futuro, a stabilire colonie autosufficienti su altri pianeti.

I confini dell’esplorazione dello spazio sono in continua espansione e fare ricerca per realizzare missioni con equipaggio oltre il nostro pianeta presenta sfide assolutamente uniche. Christel Paille, Environmental Control & Life Support Engineer presso l'Agenzia spaziale europea (ESA), è in prima linea in questa ricerca.

Ampliare le nostre conoscenze sulle piante

Coltivare un futuro più verde

Le intuizioni di Caplin e Paille nella coltivazione di piante nello spazio offrono uno sguardo sul potenziale della coltivazioine di piante ornamentali oltre la Terra. Mentre continuiamo a spingere i confini dell'esplorazione, i metodi di coltivazione e le tecnologie che vengono sviluppate per il florovivaismo spaziale dovrebbero ispirarci, in quanto mirano ad essere il più efficienti possibile in termini di risorse. Davanti a noi si aprono scenari emozionanti, che saranno caratterizzati da nuove scoperte e innovazioni rivoluzionarie che trasformeranno la produzione di piante nello spazio e sulla terra.

Anche la nostra conoscenza del comportamento delle piante si sta ampliando grazie alla ricerca spaziale. Per esempio, gli esperimenti hanno mostrato che le piante nello spazio producono alti livelli di antiossidanti, una scoperta che potrebbe ottimizzare il contenuto nutrizionale delle piante coltivate sul nostro pianeta. Paille aggiunge: "Le conoscenze acquisite dagli esperimenti spaziali possono fornire ai produttori i mezzi per ottimizzare i sistemi di produzione e ottenere fioriture più abbondanti, maggiore tolleranza agli stress, un controllo più efficiente dei parassiti, una maggiore efficienza delle risorse e un’aumentata qualità estetica delle piante."

L’Intelligenza Artificiale può cogliere il biosegnale rivelatore che una pianta sta soffrendo di una carenza

Colmare il divario tra spazio e Terra

Produzioni che usano le risorse efficientemente

"I progressi nei sistemi di coltivazione delle piante a ciclo chiuso sviluppati per lo spazio potrebbero essere interessanti in ottica terrestre", afferma Paille. A titolo di esempio, menziona come il controllo preciso della gestione termica, dell'acqua, della luce e dell’applicazione di elementi nutritivi potrebbe portare a metodi di coltivazione che usino le risorse in modo estremamente efficiente, in grado di ridurre al minimo gli sprechi e massimizzare la resa.

"Tutto ciò che facciamo nello spazio deve avere un beneficio sulla Terra", dice Caplin. "Le tecnologie sviluppate per le missioni spaziali, come i sistemi di crescita compatti ed efficienti, possono trovare applicazioni sul nostro pianeta, in particolare nelle aree urbane dove lo spazio è limitato. L'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse, tra cui il riciclaggio dell'acqua e l'illuminazione a basso consumo energetico, sono lezioni vitali apprese dal florovivaismo spaziale di cui possono beneficiare direttamente i produttori sul nostro pianeta."

Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Le risorse disponibili nello spazio sono ancora limitate e ci spingono a progettare soluzioni in grado di massimizzare l'efficienza qui sulla Terra. Con norme più restrittive e l'obiettivo di sfruttare le risorse terrestri in modo sempre più sostenibile per il floroviaismo, potremmo beneficiare delle tecnologie sviluppate per la crescita delle piante nello spazio.

Porta la tecnologia spaziale nella tua azienda

L'esperimento GENESISS

L'esperimento GENESISS dell'ESA prevede l’invio di semi di diverse specie di piante alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Qui, sono esposti esposti a livelli di radiazione spaziale più elevati, senza la protezione data dall'atmosfera terrestre. L'esperimento studia gli effetti a lungo termine delle condizioni spaziali sui semi ed è essenziale per le future missioni spaziali, dato che l'autosufficienza sarà cruciale. Caplin: "I semi sono immagazzinati al di fuori del laboratorio ISS originale, il che significa che sono esposti a condizioni di spazio più dure, come più alti livelli di radiazioni e sbalzi di temperatura estremi. Questa esposizione (a lungo termine) ci aiuterà a prepararci per il viaggio nello spazio." Spiega: "Una missione su Marte richiederà almeno un anno per giungervi, e gli equipaggi dovranno essere in grado di sostenersi poiché non saremo in grado di inviare rifornimentni di cibo, come facciamo con l’ISS."

La superficie della luna, livelli estremi di radiazioni e fluttuazioni delle temperature costituiscono sfide uniche per la vita vegetale.

Testare la crescita delle piante in condizioni di spazio simulato

Studiare la crescita delle piante nello spazio e portare campioni di piante alla ISS è uno sforzo costoso. Ma ci sono alternative più economiche a disposizione, che simulano alcuni aspetti dell’ambiente spaziale. Caplin: "La piattaforma ISS non è l'unico ambito che possiamo usare per le prove. Ad esempio, per gli studi in ambiente isolato, abbiamo una stazione di ricerca in Antartide. Potrebbe sembrare meno complicato dell’ISS ma, per mettere la cosa in prospettiva, diciamo che in inverno è più facile far tornare qualcuno dallo spazio (ISS) che dall'Antartide. Per gli studi a gravità zero (0G), un’opportunità ci viene dai voli parabolici: la 0G si può ottenere anche con aerei tipo quelli di linea fatti entrare in caduta libera. Facciamo questi test sugli effetti di 0G su un dato sistema biologico per esser certi di aver “trovato  qualcosa” prima di inviare campioni sulla ISS."

Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Con l'obiettivo di realizzare missioni umane in territori sconosciuti oltre la Luna, i confini della ricerca, sulla Terra e nello spazio, sono continuamente spinti in avanti.

Ricerca vegetale ed esperimenti spaziali

Substrati di coltivazione stampati in 3D

La ricerca di tipi di substrati alternativi eco-sostenibili (e miscele di essi), dovuta alle risorse limitate, è un grande esempio di dove sforzi spaziali e terrestri si possano incrociare. Inaspettata fonte di ispirazione è uno dei pionieristici progetti dell'ESA. Paille illustra i recentissimi esperimenti con strutture reticolari stampate in 3D, progettate considerando gli eccezionali vincoli posti dallo spazio. Queste strutture reticolari sono neutre da un punto di vista nutrizionale e permettono una irrigazione ottimizzata. Goccioline e particelle fisiche che potrebbero ostacolare la crescita in un ambiente spaziale non li condizionano e hanno una struttura simile alle fibre cellulosiche. "Il primo esperimento ha confermato la possibilità di usare questo tipo di substrato per la produzione di patate. Con queste condizioni di coltivazione, infatti, sono stati ottenuti nuovi tuberi di patata. Naturalmente, sono necessarie ulteriori ricerche e studi ingegneristici per ottimizzare i raccolti", dice Paille.

Mentre affrontiamo le nostre sfide 'terrestri' con i substrati a base di torba e le varie alternative, l'ESA sta sperimentando alcuni tipi di substrati di coltivazione decisamente inaspettati.

dalla Luna?

Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Substrati alternativi ... 

Crediti fotografici: Thales Alenia Space Italy e Ciris Norway.

Set up di un test di coltivazione delle patate in un substrato stampato in 3D.

La ricerca di tipi di substrati alternativi eco-sostenibili dovuta alle risorse limitate, è un grande esempio di dove sforzi spaziali e terrestri si possano incrociare

Guardare avanti

Il futuro della coltivazione di piante nell'ambito delle esplorazioni spaziali è promettente. Paille evidenzia che, in ambito spaziale, in genere ci vogliono circa 15 anni per tradurre un concetto in tecnologia operativa. Dato che le missioni su Marte (e oltre) sono previste per il 2040, le innovative tecnologie di crescita delle piante a cui lei e Caplin stanno contribuendo, giocheranno un ruolo significativo.

Copyright: ESA

La Dott.ssa Caplin ci illustra un progetto ambizioso ancora nelle sue prime fasi: BioMoon, una struttura pioneristica dell’ESA, tra i cui concetti visionari include anche la coltivazione di piante sulla Luna. Con la sua fonte di energia e l'ambiente termostabile, questa struttura potrebbe potenzialmente essere un trampolino di lancio verso un florovivaismo sostenibile oltre il nostro pianeta. Parte del progetto è quello di indagare se le piante possano essere coltivate in terreno lunare (regolite), riducendo così la necessità di trasportare risorse dalla Terra.

 

Ma non facciamoci ancora troppe aspettative. Anche se il settore florovivaistico sulla Terra è molto concentrato sulla ricerca di substrati di coltivazione alternativi alla torba, il ‘terriccio lunare’ probabilmente non sarà uno di essi. Caplin: "L'anno scorso gli scienziati hanno iniziato a sperimentare la coltivazione di piante nel terreno “scarico” della Luna. Il suolo ha dimostrato di avere sufficienti minerali essenziali disponibili per la crescita delle piante, oltre alle fonti di azoto. Con l'aggiunta di concimi azotati, i semi germinavano e le piante crescevano, ma molto più lentamente che nei substrati terrestri."

 

Quindi per ora restiamo concentrati sullo studio dei substrati alternativi alla torba sulla Terra. Tuttavia, il team di ingegneri dell'ESA sta sperimentando un'altra alternativa: i substrati di coltivazione stampati in 3D. 

Coltivare piante nello spazio pone sfide significative. Una di queste è il limitato livello delle nostre conoscenze, in quanto infrastrutture come la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sono in orbita terrestre bassa, e ricevono regolari forniture di beni di consumo, tra cui cibo. "Il nostro obiettivo è sviluppare tecnologie per la produzione di cibo a bordo, riducendo la dipendenza dalle risorse della Terra", dice Paille. "Non è consigliabile viaggiare oltre nello spazio senza disporre di queste nuove tecnologie."

 

Ma la produzione alimentare non è il solo scopo che rende le piante un elemento chiave per l'esplorazione spaziale. Caplin: "Le piante hanno anche un ruolo importante perchè migliorano il benessere psicologico degli astronauti durante le missioni prolungate."

 

Il futuro della coltivazione di piante nell'ambito delle esplorazioni spaziali è promettente.

Migliorare l'ambiente di lavoro nello spazio

Parlando di salute e benessere nell'ambiente di lavoro... un astronauta ha fatto notizia nel 2015 bevendo la sua prima tazza di espresso nello spazio. La macchina da caffè sperimentale, soprannominata ISSpresso, è stata ben accolta dagli astronauti per ovvie ragioni. "Ci sono molti esperimenti in ambiente spaziale che hanno l'obiettivo di migliorare la salute e il benessere dei nostri equipaggi", dice Paille.

Esplorando le frontiere della produzione vegetale

Mentre la visionaria idea di fondare colonie sulla Luna o su Marte diventa via via sempre più realtà, la costante ricerca dell'ESA punta a vincere le sfide tecnologiche che stiamo ancora affrontando. Una delle componenti chiave per il successo è che gli equipaggi diventino autosufficienti nella coltivazione del proprio cibo. Il cibo è un fattore chiave per i viaggi spaziali e le piante sono (parte del)la soluzione.

Preparandoci per Marte

Scopri il regno del florovivaismo spaziale con la Dott.ssa Nicol Caplin, Exploration Scientist e la Ing. Christel Paille, Environmental Control & Life Support Engineer presso l'Agenzia Spaziale Europea.

Dall’impensata resilienza delle piante contro le radiazioni spaziali ai pionieristici progressi tecnologici che colmano il divario tra il florovivaismo spaziale e quello terrestre; questo articolo esplora come le piante svolgano un ruolo vitale nel futuro dell’esplorazione spaziale e come la ricerca dell’ESA possa ampliare i confini della coltivazione sostenibile delle piante sul nostro pianeta.

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